Suoni della Val Cavargna 2023

Venerdì 8 settembre 2023.
Gli ingredienti per una bella serata all’aperto, quegli ingredienti che Casa Matteo Varese vorrebbe moltiplicare per mille, ci son tutti:
un giovane pianista estroso, Lorenzo Bovitutti, che ama insegnare musica ai più piccoli e che da Direttore artistico, per ringraziare la piccola comunità di san Bartolomeo in Val Cavargna che lo ha visto ospite nell’annus horribilis del COVID, organizza una settimana di masterclass ed eventi musicali; una piccola comunità montana, abbarbicata a 850 mt. sopra Porlezza che risponde con la presenza della Banda di Santa Cecilia che suona l’apertura del Concerto di Gala in piazza, con la presenza della Sindaca e di molti cittadini: ‘sold out, pochi posti ancora disponibili,’ dice il maestro mentre saluta e ringrazia il salumiere, il falegname che per l’occasione vestono di bianco e rosso, la divisa della Banda di san Bartolomeo; le montagne a fare da contorno, che non guastano mai, ed un cielo che si riempie di stelle come solo il cielo di una limpida sera di settembre senza luna può regalare; un violoncellista, Luca Franzetti, con la custodia del suo strumento arricchita da un disegno che rappresenta don Chisciotte, un musicista che non suona e basta ma che prende per mano il pubblico e lo avvicina ad un ‘mostro sacro’, Bach, ‘uno come noi, che pagava le bollette e che cercava di tirare fine mese con i suoi 10 dieci figli ma che si scazzottava a fine concerto con il fagottista che non prendeva un nota intonata’: ne svela retroscena e aneddoti a tratti esilaranti e sempre curiosi; poi si siede e ci ammalia e ci fa volare con l’archetto del suo violoncello che danza sulle note delle Suite di Bach.
C’è anche il cane che abbaia e lo spettatore che metterlo a tacere ogni volta fischia; c’è il giovane con la sua moto da cross che sfreccia per le stradine del paese ad intervalli non regolari; non mancano i ragazzini che rumoreggiano ignari di arrecare fastidio e che si fermano solo al deciso richiamo della autorità della Sindaca; c’è la signora che nel bel mezzo dell’esecuzione va a casa a prendere il maglioncino per quello sbadato del marito che è uscito senza e poi la ragazzina che vorrebbe entrare in casa ma, cavoli, il cancelletto fa rumore e non le va di attirare l’attenzione di tutta questa gente; poi però lo apre e lo sbatte, tolto il dente , tolto il dolore, avrà pensato.
Il camiocino diesel senza un retrofaro funzionante, dopo che alcuni musicisti della Banda hanno raccolto le sedie in piazza e le hanno caricate sul suo cassone, sfreccia via dalla Piazza dei Caduti: ‘dove te lo lascio, Lorenzo, lo striscione?’ e come arriva all’incrocio trova il proprietario della pizzeria: ‘O dovevi dirmelo che mi chiudevi dentro e che così vado a casa tardi stasera!’ E giù tutti in una risata ed un saluto di clacson.
Che cosa ho capito io della musica di Bach in una serata così?
Ho capito che la si può ‘desacralizzare’ e ‘decardinalizzare’ come ha detto il Maestro Franzetti proponendola non ad un pubblico di addetti ai lavori ma come dono di un giovane che se ne intende e che quindi sceglie il meglio per la comunità per la quale prova un grande senso di riconoscenza: ‘Non mi andava di lasciare san Bartolomeo senza lasciare qualche cosa di me a chi mi ha voluto bene e senza una promessa di ritorno’.
In una cultura come la nostra in cui tutto si monetizza e si pesa in primis sul valore economico, potrebbe nascere spontanea e nemmeno poi tanto peregrina la seguente domanda: ma ne valeva la pena di tanta fatica nell’organizzare la serata dal bel titolo Concerto di Gala – Luca Franzetti, Bach Cello Suites con un nome di richiamo internazionale per un pubblico così locale (solo noi di Casa Matteo venivamo da fuori) e così ‘sprovveduto’ – noi compresi – in musica colta?
Non indugio in un SI! Eccome se ne è valsa la pena!
Perché il valore del dono sta nel desiderio, nell’intenzione e nel cuore di chi lo fa e non (solo) nella preparazione di chi lo accoglie. E come tale va custodito, come ha detto anche la Sindaca alla fine: ‘Auguro a tutti di provare almeno una volta nella vita lo stupore che si prova ad un concerto di musica classica’.
E lo stupore è la molla della conoscenza e nasce nel riconoscimento della bellezza.
E’ l’Umano che si disvela.
Grazie, Maestro Bovitutti, un grande insegnamento!